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La prima notizia che potrebbe farci ipotizzare della presenza della Torre di Pizzofalcone è del 1283, nel periodo angioino viene citato un “Castello di Roccella di S. Vittore”. Bisogna andare molto cauti nella definizione di “castello” in quanto spesso gli viene attribuito un significato diverso da quello che oggi conosciamo.
Di certo abbiamo una costruzione sulla cima più alta della rupe, probabilmente si tratta di un primo nucleo fortificato, detto di Monte Falcone. Per la certezza della presenza anche della Torre così come arrivata fino a noi, bisogna navigare a vista. Si può solo avanzare nel campo delle ipotesi, dettato più che altro dalla logica, in mancanza di certezze documentali. Solitamente, nel Medioevo, le varie torri costruite su tutte le coste come postazione di avvistamento, vennero innalzate sui cocuzzoli più alti e più visibili l’uno con l’altro.
Pensiamo che tale Torre di Pizzofalcone sia sorta sin dalla prima notizia risalente alla presenza del “castello”: forse ci potrebbe sorgere il dubbio sulla sua dimensione se corrispondente a quella attuale.
Bisogna attendere il 1534, quando nella Platea di Giovan Battista Carafa viene citata espressamente: “…terra Roccellae, versus montes, tenet castrum seu fortellitium nominatum Monti Falconi, cum turri constructum et formatum super quoddam monte…”.
La presenza di un fortilizio armato costruito attorno alla torre fu, nel passato, una figura rassicurante per la gente sempre in preda al panico per le continue scorribande dei predoni e barbari provenienti dal mare, favorendo l’abbandono della marina e della costa per trasferirsi sulla rocca. Tale fortificazione attorno alla Torre è dettagliatamente descritta nell’Apprezzo della Roccella di inizio ‘700.
“La detta Contrada, e Parrocchia (di S. Anastasia) viene denominata da una grande pegna di monte, et anco da questa contrada si staglia ad un altro elevato monte nominato Pizzofalcone, alla quale vi si impiana parte con strada dentro l’abbitato, e parte con grada (gradini) di fabrica incannata nella medesima pegna; all’ultimo della quale si ritrova un recento di fabrica della fortificazione d’una Torre situata sopra detto elemento, nel quale ricinto per una grata di fabrica, e con alcune poche grada s’impiana ad una piazza d’armi, nella quale alcuni pezzi d’artiglieria scavalcati, e da detta piazza, con una salita si giunge alla Torre posta nella più alta parte di detta rupe di figura irregolare, et avanti vi è altra picciola piazza d’armi dove sono due altri pezzi di artiglieria scavalcati, dalla quale si da la veduta della Città, e campagne all’intorno. La detta Torre, e fortificazione sono con titulo di Castello, ed in tempo dell’eccesso vi era Castellano il magnifico D. Gaetano Mari, Gentiluomo di Castelvetere, con la provigione solita darsi agli altri Torrieri”.
La Torre di Pizzofalcone ha sopportato i vari eventi naturali, quali alluvioni, terremoti, ecc.
L’unica notizia che può farci pensare a qualche danno subito dalla sua struttura, è ricavata da un verbale di un’ispezione eseguita da un esperto tecnico governativo che esaminò tutte le varie torri, per conto delle autorità del tempo, all’indomani del famigerato terremoto del 1783.
Della nostra di Pizzofalcone il tecnico inviato dal Governo consigliò “la costruzione nelle vicinanze di una nuova Torre”. Non è da escludere che la violenza del sisma abbia diroccato qualche pietra o qualche tratto di muro della parte più alta.
Durante l’ultima guerra, per motivi bellici, sotto la cima del Monte Falcone fu scavata una galleria con due aperture, punti di appostamento lati est della Torre e due aperture lato ovest di cui una rappresenta la porta di entrata e di guardia.