Storia
I primi insediamenti del territorio roccellese si ebbero sulle alture alle spalle del paese, in località S. Onofrio, dove è nota una necropoli preellenica pertinente ad un insediamento dell’eta’ del ferro. Ne sono testimonianza i ritrovamenti di numerosi reperti archeologici: resti di armi, giavellotti, fibule e suppellettili varie, che sono oggi conservati nel Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Una tradizione erudita vuole collocare in questa zona una città antica di nome Amphisya ricordata nei poemi del poeta romano Ovidio.
Le notizie sicure si riferiscono soltanto alla fase tardo antica e medievale, come fortificazione di un preesistente abitato situato sul litorale.
E’ evidente che la rupe a ridosso sul mare e dalla cui conformazione la cittadina trae il suo nome, ha rappresentato la peculiarità del luogo e della sua storia, rendendola unica nella storia di questa porzione di territorio. Infatti nel X secolo il paese si chiamava già Rupella, poi Arocella, fino all’attuale nome di Roccella.
Secondo Cingari il centro abitato sulla rupe nacque intorno all’XI secolo come luogo di approdo, transito e difesa per i centri dell’entroterra; comunque dalle fonti angioine si apprende che nel 1269 il centro, che era già esistente, viene dato in feudo a Gualterio da Collepetro da Carlo I d’Angiò.
Sotto la signoria dei Ruffo e poi della nobile famiglia napoletana dei principi Carafa (questi ultimi dimorarono nel vetusto maniero che domina ancora oggi l’abitato), acquisì una discreta rilevanza agli inizi del XVI secolo; più volte attaccata dai turchi, che non solo non riuscirono mai ad espugnarla ma subirono notevoli perdite, rimase sotto il governo dei Carafa fino all’eversione della feudalità.
Il centro storico conserva, inviolato, il fascino dell’antico tessuto medioevale. Sotto la grande rupe su cui svetta l’antica fortezza, il borgo si arrocca coi suoi vicoli lastricati e le belle residenze signorili (tra le quali, in particolare, spiccano i palazzi Englen, Placido, Congiusta e, inoltre, villa Carafa e villa Alicastro, databili tra il XVII e il XIX secolo).