Palazzo Generale Eugenio Minici

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Il Palazzo del Generale Minici sorge lungo la Via Vittorio Emanuele, prospiciente il Priorato dei Gerosolimitani della Roccella. La sua solida struttura presenta un aspetto signorile che lo distingue dalle costruzioni circostanti. 

Il Tenente Generale Medico nacque a Roccella il 4 Giugno 1853, all’anagrafe registrato Eugenio Giuseppe, di D. Ippolito Minici, proprietario e D. Emanuela Sofrè. A 24 anni conseguì la laurea in medicina col massimo dei voti all’Università di Messina, entrando subito nel Corpo Sanitario Militare, dove lo attese una brillante carriera. Nel 1887 Eugenio Minici era Capitano e Aiutante Maggiore presso l’Ospedale Militare di Messina, quando Roccella Jonica fu colpita da epidemia colerica, e subito corse in soccorso dei colerosi, scrivendo una delle pagine più belle della storia di Roccella, per altruismo, civile dedizione e alto senso del dovere dimostrato in quei mesi estivi. 

Placata la furia devastante del terribile morbo, l’Amministrazione Comunale in un’apposita riunione consiliare propose il conferimento di medaglia al Generale Medico Dott. Eugenio Minici. Era 7 Ottobre 1887, quando in prima adunanza fu convocato il Consiglio: 

“… Considerando, che il Capitano Medico S.r. Eugenio Minici, con sollecitudine ed abnegazione prestò l’opera sua in tutto il tempo della epidemia ed ebbe ancora il carico dell’assistenza e Direzione del Lazzaretto ospedale dei colerosi. Ch’egli ha molto e potentemente contribuito e cooperato unitamente a’ sanitari locali per circoscrivere ed estinguere definitivamente il fiero morbo. Che con ammirevole generosità dichiarava non pretendere dal Comune compenso di sorta in danaro pel servizio sanitario prestato nel tempo della epidemia. Considerando essere debito di Giustizia rimunerare in modo qualunque l’opera benefica da lui prestata e prodigata. – Unanimemente Delibera – Conferisce al Dottor Eugenio Minici Capitano Medico una medaglia d’oro commemorativa pel servizio prestato a vantaggio di questo Comune nella circostanza della epidemia colerica, esternando in pari tempo i sensi d’encomio e di ammirazione. Incarica la Giunta per la esecuzione”.

In seguito fu promosso Maggiore e fu chiamato a dirigere gli Ospedali Militari di Bari, Bologna, Catanzaro, Napoli e Messina. Era proprio a Messina con moglie e cinque figli quando il terribile terremoto del 1908, che distrusse Reggio e Messina, lo colpì riportando delle ferite, ma il colpo piĂą duro fu vedere tutta la sua famiglia distrutta dalle macerie e dalla violenza del sisma. Colpito negli affetti piĂą cari, si spese, comunque, a organizzare i soccorsi. Per tale generositĂ  fu insignito di un’altra medaglia d’oro al valor civile.

Partecipò nella campagna di Libia sempre nella direzione del Corpo Sanitario, di cui si distinse nell’occasione di un’altra epidemia colerica scoppiata in Tripolitania, meritando ancora un’altra medaglia. 

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando era Direttore di SanitĂ  della Prima Armata, venne investito direttamente dal Duca d’Aosta che lo volle Direttore dell’eroica Terza Armata. La sua dedizione e guida nelle sue funzioni durante le epiche battaglie sul Carso, sul Monte Sabotino e sul S. Michele, gli valsero la promozione di Maggiore Generale e la commenda del SS. Maurizio e Lazzaro, nonchĂ© l’alta decorazione del D.S.O. da parte del Capo dello Stato Maggiore Britannico.

Nominato Ispettore generale del Servizio Sanitario Militare, al termine della Grande Guerra, ricevette il meritato onore della Medaglia Mauriziana per il lungo servizio militare, che gli permise, inoltre, la promozione a Tenente Generale Medico, che rappresenta il massimo grado della carriera medica militare.

Messo a riposo per limite di età, rientrò a Roccella, ove si prodigò per una sezione staccata della Croce Rossa nel suo paese e di cui aveva assunto la direzione della sezione di zona della Locride. 

Morì a Roccella il 26 Luglio 1937 ed è sepolto nella cappella di famiglia. Un busto di bronzo fu costruito in suo onore. Ha lasciato tante opere e pubblicazioni scientifiche di medicina, nonché uno studio sul tracoma in Italia, opera che fu premiata all’esposizione Internazionale di Igiene.

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