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La Chiesa di Sant’Anastasia si trova nel cuore del quartiere Borgo che iniziò a svilupparsi nella seconda metà del XVIII secolo.

Una comunità di Gesuiti guidati da D. Giovanni Maldonato era a Roccella, probabilmente in missione, durante la Settimana Santa del 1753. Era il 23 Aprile di quell’anno quando questi religiosi, insieme a tanti roccellesi, chiesero al vescovo di allora mons. Cesare Rossi, l’autorizzazione per la costruzione di una nuova Chiesa dedicata a San Francesco Saverio, fondatore dell’ordine dei Gesuiti. Il giorno dopo, mercoledì dopo Pasqua, alla ora 13 con tanto di processione, fu benedetta la prima pietra posta nelle fondamenta della parte anteriore, in cornu Evangeli.  Nello stesso documento vescovile compare per la prima volta la denominazione di Borgo maggiore

L’anno dopo, durante una visita pastorale del medesimo Vescovo, fu messo agli atti che la Chiesa fosse in costruzione. Consultando i registri parrocchiali si evince che la popolazione fu entusiasta dalla novità della Chiesa al Borgo, scegliendo per i propri figli il beneaugurante nome di Francesco Saverio. 

Nei primi decenni, dopo la sua costruzione, questa chiesa veniva definita Ruralis Ecclesia e filiana della chiesa Matrice di San Nicola di Bari al Castello.

Il terremoto del 1783 non arrecò seri danni alla struttura, mentre i danni maggiori si concentrarono in gran parte nelle case e nelle Chiese dentro le mura castellane; per ovvie ragioni e per maggiore comodità la gente, in seguito, preferì ricostruire la propria abitazione alla marina, con preferenza nell’area del Borgo. A causa del sisma si rese necessario trasferire inoltre anche le tre parrocchie esistenti dentro la Città. 

Nel 1786 si propose che la parrocchia di Santa Anastasia venisse dislocata in questa Chiesa e venne nominato economo curato D. Francesco Tassone. Dal 1789 tale trasferimento divenne esecutivo e la Chiesa abbandona definitivamente l’originale denominazione di S. Francesco Saverio.

Nella seconda metà del 1700, provenienti dai paesi del circondario roccellese, si trasferirono al Borgo numerose famiglie di artigiani imparentati fra loro, che con le loro attività dislocate lungo la via Garibaldi (allora strada Borgo Maggiore) diedero nuovo impulso e vivacità a tutto il rione. Tutt’ora, molti anziani roccellesi usano chiamare ‘i Putigheji (le botteghelle) la zona oltre la chiesa, verso il Convento di San Giuseppe. La Chiesa del Borgo diventò così importante punto di riferimento spirituale e di aggregazione sociale. 

Il 6 Settembre 1798 venne concessa l’istituzione della Confraternita laicale di Maria SS. Addolorata, meglio conosciuta allora come Confraternita d’‘u Burgu che si insediò in questa Chiesa realizzando l’omonimo altare. Per più di mezzo secolo questo tempio fu utilizzato anche per sepolture ipogeiche, come risulta da una grande fossa comune posizionata al centro della navata: la prima ad essere sepolta fu una bambina di nome Vittoria, morta il 5 Settembre 1800 e l’ultima fu Maria Teresa Cunia, morta il 4 Marzo 1863 a soli due anni.  L’unico sepolcro privato era di pertinenza della Confraternita di Maria SS. Addolorata. 

Nel periodo 1835-1838 vennero istituite diverse cappellanie vitalizie nella Chiesa di Santa Anastasia sotto il titolo di Maria SS. Addolorata (dei coniugi Biase Reggio e D. Rosa de Angelis); delle Anime del Purgatorio (del Sac. D. Francesco Armocida); dell’Angelo Raffaele (di mastro Raffaele de Angelis e Teresa Aly il cui altare era di proprietà della famiglia); un’altra cappellania anche all’altare di Maria SS. Addolorata (di Don Vincenzo Bottari, proprio negli anni in cui era priore dell’omonima Confraternita il fratello Don Francesco); del Santissimo Crocefisso (della sig.ra Donna Rosa Congiusta, vedova di Nicola Curtale).

I terremoti del 1905 e del 1908 danneggiarono la Chiesa del Borgo. Per anni si continuò nello stato di precarietà sino al 1925 quando prese vita il progetto di restauro. Successivamente ci furono altri interventi di recupero, concentrati soprattutto sul prospetto principale.

Uno degli ultimi restauri avvenne nel corso del 2007, la benedizione e riapertura al culto si tenne il 17 Giugno di quell’anno.

Da ricordare qualche sacerdote che in passato ha prestato la sua opera in questa Chiesa, supportando il lavoro del Parroco, quali economo, confessore, addetto agli infermi, ecc.: D. Vincenzo Filocamo, D. Vincenzo Bova, D. Francesco Bottari, D. Vittorio Congiusta, D. Vincenzo Cartolano, D. Giuseppe Bottari, D. Domenico Curtale, D. Giuseppe Guarneri, D. Giuseppe Pellegrino, D. Domenico Bova. 

I vari parroci furono D. Francesco Tassone, D. Giovanbattista Palermo, D. Vincenzo Ritorto, D. Ferdinando Minici, D. Vincenzo Armocida, D. Leopoldo Minici, D. Giuseppe Varano, e più recentemente, D. Antonio Toscano, D. Vincenzo Varano, D. Marco Pangallo, D. Giuseppe Varano. D. Emanuele D’Uva, e per finire il beneamato D. Antonio Perri, trasferito alla parrocchia di Santa Anastasia il 1° Maggio del 1960, prendendo effettivo servizio il 16 Giugno dello stesso anno. 

Dal 1° Gennaio 1978, lo stesso, assunse in contemporanea anche la parrocchia di S Nicola di Bari. 

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