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La famiglia Congiusta, proprietaria del frantoio di Via Garibaldi, è una delle più antiche di Roccella. Le prime notizie risalgono a metà 1600. La figura più autorevole e di riguardo di questa grossa famiglia nel primo ‘700 fu il massaro Antonio Congiusta, che ha dato origine ad uno dei più consistenti rami dei Congiusta roccellesi. Il massaro Antonio, religiosissimo, ha lasciato testamento di farsi celebrare tutti i sabato all’Altare dell’Immacolata Concezione della Chiesa Matrice al Castello, una messa celebrata dal Reverendo Clero, per 150 ducati. Inoltre, 5 carlini per sepoltura del suo cadavere nel nuovo sepolcro per la sua famiglia di cognome Congiusta nella Chiesa dell’Immacolata Concezione (ora S. Giuseppe): tale sepolcro fu rinnovato dal nipote e omonimo del massaro Antonio. Nella dichiarazione dei debiti del 1742 risulta il maggiore dichiarante di once da tassarsi. Antonio Congiusta, era il massaro per eccellenza, possessore di animali, con tante proprietà in tutte le contrade roccellesi e quindi soggetto maggiormente tassato.
Da sottolineare è che questa famiglia, nel corso della storia, ha allacciato rapporti di parentela con le famiglie più influenti del proprio tempo: Furfaro, Bova, Minici, Cartolano, Asciutti, Tassone, Bottari, Politi, Leone, ecc.
Anche di questa famiglia benestante era un obbligo avviare i figli al corso di studi ecclesiastici e universitari; infatti, diversi furono i sacerdoti appartenenti alla famiglia Congiusta: uno in particolare, D. Domenico Congiusta, figlio di Nicola, che abitava come i suoi avi nel rione Ciaramidio. ricoprì la carica di Parroco della Chiesa Parrocchiale di S. Nicola ex Aleph.
Singolare e dettagliato fu il rito di insediamento e di presa possesso della Chiesa del novello Parroco sotto lo sguardo del Vicario Foraneo, nel nostro caso il Sacerdote D. Domenico Coluccio di Roccella, che presentava la bolla Vescovile di insediamento, “… e di possesso della Chiesa, avendolo fatto salire sull’altare maggiore, aprire, e serrare la Custodia, indi accomodare i fiori, e candelieri esistenti in detto altare, poscia passare al Fonte Battesimale, aprire, e chiudere il medesimo vestito già di Acchillo, e mozzetto, e beretta Sacerdotale, aprire e ferrare la porta di detta Chiesa …”: era il 17 Agosto 1820, presente, tra gli altri, anche il notaio Gabriele Cianflone che stese il verbale di rito.
Altra figura di rilievo della citata famiglia fu il Dottore Fisico D. Domenico Congiusta di Vittorio che ebbe anche l’incarico, per diversi anni, di medico condotto al servizio dei cittadini poveri del Comune di Roccella, da cui veniva stipendiato. D. Domenico Congiusta costruì il palazzo nel 1846 accanto alla Chiesa dei Pignatelli: tale struttura emerge in mezzo ad altri “bassi”, costruzioni per i coloni e garzoni che coltivavano le loro solide proprietà. Non poteva certo mancare per il proprio fabbisogno il frantoio, tuttora piazzato lungo la Via Garibaldi. Anticamente era un frantoio a trazione animale che con l’arrivo della corrente elettrica fu modernizzato con l’applicazione del motore in tutti i mezzi di lavoro. Ha cessato la sua attività con il crollo dell’attività dell’olivicoltura della famiglia e per la forte emigrazione degli anni ’70 del 1900.
Il frantoio Congiusta chiudeva, lungo la Via Garibaldi, quella che nel passato fu la strada più trafficata da asini, muli e calessi carichi di sacchi di olive, che venivano portati nei vari frantoi per l’estrazione dell’olio, dislocati lungo questa arteria, o nei prospicienti vicoli: Filocamo, Guarneri, Pellegrino, Bova, De Angelis, Tassone, Englen, Congiusta.