Santuario
MARIA S.S. delle GRAZIE
Presso la sponda sinistra del torrente Zirgone, nascosto e protetto dalla ricca vegetazione mediterranea e dai fianchi massicci della rupe su cui sorge la città antica, si trova il complesso del Santuario cui si accede per mezzo di una scalinata che, nonostante interventi moderni, mantiene tuttora originali caratteri settecenteschi.
Secondo la leggenda la chiesa fu fondata nel 1545 come ringraziamento per una grazia ricevuta. Si racconta, infatti, che l’equipaggio di un battello in balia di una tempesta al largo di Roccella invocò l’aiuto della Madonna che intervenne tempestivamente sollevando l’imbarcazione dalle acque e posandola poi sulla riva presso la foce del torrente Zirgone. L’analisi delle fonti archivistiche e bibliografiche porta però ad affermare che la chiesa, inizialmente intitolata ai SS. Pietro e Paolo, nel 1731 (come attestano le visite pastorali) risultava povera e bisognosa di restauro e nel 1738 iniziano i lavori di ristrutturazione. Come attestano le testimonianze storiche sembrerebbe che i lavori riguardarono la costruzione di una nuova chiesa adiacente alla prima. Del 1747 è la firma del decoratore e stuccatore palermitano Onofrio Buscemi riportata nei grandi stucchi dei santi Pietro e Paolo ai lati dell’abside.
Nel 1730 la chiesa è ancora citata sotto il titolo di S. Pietro ma al suo interno era custodita un’immagine della Madonna delle Grazie qui posta per devozione. Fu proprio il forte trasporto nei confronti della Madonna delle Grazie da parte del popolo che permise la ricostruzione della chiesa nelle forme attuali nel 1738. Rientrò nel progetto anche la decorazione interna con gli stucchi sulle cornici, il baldacchino sopra l’altare maggiore e le statue dei due apostoli nell’abside ad opera dello stuccatore palermitano Onofrio Buscemi. Gli stucchi sembrano ritoccati e ridipinti negli anni, come dimostra anche lo sfondo della statua di S. Paolo in cui la testa dell’angelo è stata coperta dallo sfondo di nuvole.
La facciata esterna della chiesa presenta una struttura architettonica sobria, sul muro frontale si apre il portone d’ingresso, incorniciato da un portale in granito sagomato. Più in alto vi è un cornicione a sbalzo in pietra granitica, abbellito da una piccola figura sacra posta al centro. Il largo antistante alla chiesa è raggiungibile da una scalinata monumentale, ornata con blocchi granitici lavorati. L’interno della chiesa è ad unica navata e con una sola abside. Nelle pareti laterali, in prossimità del “cielo” si possono ammirare due dipinti dell’artista gioiosano Corrado Armocida. Il pavimento è originale del ‘500, in pietra marmorea durissima, a lastre quadrangolari.
Davanti al presbiterio, è sistemata una statua che raffigura il Sacro Cuore di Gesù, eseguita in cartapesta, modellata a tutto tondo e a figura intera. Sul lato opposto, si trova la statua di Maria SS. delle Grazie, opera lignea ottocentesca scolpita a tutto tondo e a tutte figure dall’artista Rodolfo Del Pozzo, di Mammola. Di notevole fattura sono anche due statue in gesso bianco, raffiguranti l’Apostolo Pietro e l’Apostolo Paolo. Nella zona di centro della parete absidale è sistemato un modellino di imbarcazione in alabastro, poggiante su una piccola mensola. Nella cantoria, con veduta frontale trova posto un antichissimo organo a canne.
In aderenza al Santuario sorge un edificio, risalente anch’esso al XVI secolo, che ha costituito l’alloggio di un gruppo di suore laiche, le quali hanno curato la gestione del Santuario negli anni ’70 e i primi anni ’80. Attaccata al tetto di questa struttura, sorge la piccola torre campanaria, di forma cosiddetta a “vela”, munita di due monofore dalle cui arcate pendono due campane.
La festa, anticamente molto importante si svolge la prima domenica di luglio.
Interessante è la tradizionale processione a mare. Sulla imbarcazione più grande viene portata la statua della Vergine, mentre una piccola flotta la segue, la Madonna simbolicamente benedice il mare per proteggere i pescatori e i bagnanti.
La Madonna delle Grazie è la patrona dei pescatori roccellesi i quali, in segno di devozione, portano a spalla la statua per le vie del paese a piedi nudi e nella loro caratteristica divisa.
(Dal libro CHIESE DI ROCCELLA JONICA di Eleonora Uccellini,
a cura di Simonetta Valtieri – Gangemi Editore, 2006)