Fondaco dei Carafa

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Di questa importante struttura, denominata “Fondaco”, ora inesistente, che sorgeva lungo l’attuale Via Vittorio Emanuele, accanto al Misostraco, storica proprietà dei principi Carafa di Roccella, si hanno notizie riprese da vari archivi, compreso l’Archivio di Stato di Reggio Calabria.

Per comprendere meglio l’argomento è doverosa fare una premessa. Dalla seconda metà del 1200 sono frequenti le citazioni di Roccellam et Sanctum Victorem, Roccella di S. Vittore o Roccella Sancti VictoreQueste citazioni ci restituiscono la certezza dell’esistenza di due comunità distinte e distanti: Roccella sulla rocca e S. Vittore alla marina.

Della presenza del Fundaco in S. Vittore si hanno notizie sin dal 1400. In merito alle funzioni del fondaco è utile riportare la seguente citazione:

Roccella aveva, per converso, “lo fundaco”, e questo era un dato strutturale che, specie nei secoli XIV-XVI, aveva offerto alla comunità fattori dinamici e una vitalità che il quadro agrario non le avrebbe consentito. Fundaco equivaleva a dogana, punto commerciale oltre che fiscale con un piccolo nucleo di addetti (doganieri, cassieri, pesatore, sballatore ecc.) …

Nel Quattrocento il “Fundaco” di Roccella svolgeva un ruolo primario a servizio di un ampio comprensorio comprendente le terre delle due diocesi di Gerace e di Squillace. Dipendeva dal distretto di Crotone e un superstite registro aragonese offre per gli anni 1480-81 i dati di introito ed esito del ferro, dell’“acciaro” e del sale”.

Più dettagliata è la descrizione di questa importante struttura, riportata nell’Apprezzo de La Roccella del 1707: “… si trova un grande edificio di fabrica denominato il fundaco, che consiste di un compenso di più casamenti con un poco di terreno arborato, consiste in un edifico di fabrica assai più lungo che largo, a principio verso mezzo giorno vi sta detto Fundaco, consistente in una grande stanza per riponerci robba di ferro, o’ altro dove vi assistono il suo Credenziero, vice Secreto sotto del quale fundaco vi è il subfundaco (di Badolato), del sale marittimo, ed appresso segue la stanza del forno dove si cuoce, e vende il pane, e vino, e dopo segue la stufa del medesimo appresso segue un’altra stanza per cellaro e dopo una stanza generale per stabulo di capacità circa 12 poste, sopra delle predette vi stà un’ corridoro con 4 stanze divise fra di loro con intelajatura coverta a tetto per uso d’alloggiamenti, et appresso vi è un’altra stanza grande scoverta, ma col tavolato per suolo, et appresso segue altra stanza coverta a tetto per uso di pagliera, che corrisponde sopra la stalla, e dalla parte verso levante vi sta un poco di terreno di capacità da circa due stoppellate dove vi sono un’albero di Celzo e più piedi di granata. Detto fundaco, bottega, forno, stalla, alloggiamento, e territorio in detto anno 1707 e da più anni prima si ritenevano in affitto da Carlo D. Errico innanzi per ducati 70”.

Inoltre, nel Catasto Onciario redatto a metà del 1700, tra i beni del nostro Principe Carafa leggiamo: “…vi è il Fundaco seù Osteria, che detto utile Signore (il Carafa) mantiene alla marina di detta Città per alloggio di Passeggieri…”

Il Fundaco rivestiva un’importanza economica e commerciale e per almeno quattro secoli ha svolto una funzione vitale e di prestigio in tutto il comprensorio marittimo tra Reggio e Crotone. In merito alla giusta e precisa collocazione, anziani del paese riportano che i loro avi indicavano la zona ‘u Fundacu in corrispondenza dell’incrocio dell’attuale Via Nanni con Via Vittorio Emanuele; a sostegno di tale tesi sono documentati diversi atti del 1800, che chiamavano “Strada Fundaco” o “Strada Priorato” la prima parte di Via Vittorio Emanuele. A sostegno di tale affermazione sono documentati diversi atti del 1800, che chiamavano “Strada Fundaco” o “Strada Priorato” la prima parte di Via Vittorio Emanuele.

Si riporta il verbale di una riunione consiliare del nostro Comune.

 “L’anno mille novecento nove addì ventinove del mese di Luglio alle ore 19 in Roccella Jonica e nella consueta sala …

Intervenuti: Bottari Cav. Vincenzo Sindaco, Alì Giuseppe, Alì Luigi Maria, Congiusta Vittorio, Falcone Vincenzo, Tassone Vincenzo, Minici Giuseppe di Vincenzo, Minici Avv. Filippo, Minici Giuseppe di Luigi, Cartolano Francesco, Ursino Raffaele, Bova Avv. Eugenio, Bova Domenico, Gerace Luigi e Rossetti Francesco.

Non intervenuti: Baudille Giuseppe, Iellamo Francesco, Cartolano Giuseppe, Lombardo Giuseppe.

… Il Presidente comunica la seguente domanda della Ecc. Casa Carafa tendente ad ottenere che venga eliminato qualunque possibile uso di fatto del pozzo esistente nel fondo Misostraco o Celano per la popolazione inutile e pericoloso. Il Signor Presidente rileva che con verbale del 22 Dicembre 1811 dello Agente Ripartitore Candida col quale si divisero alcuni fondi tra la Ecc. Casa Carafa ed il Comune di Roccella Ionica, ha disposto che dal Comune continuano a servirsi dell’acqua per bere ad usi domestici, nella siena esistente nel fondo Misostraco, ricorda che in quell’epoca non v’era alcun pozzo pubblico nel rione Marina e che pertanto i pochi cittadini che abitavano nei pressi del fondo Misostraco si servivano dell’acqua di cui sopra e ciò per la tradizionale longanimità della Casa Carafa. Ricorda ancora che nella dolorosa contingenza dell’epidemia colerica sviluppatesi in questo Comune  nel 1887 fu espressamente vietato l’uso di detta acqua perché nociva alla salute pubblica…

… D’altro canto è necessità che la strada Vittorio Emanuele che parte da piazza S. Vittorio e conduce alla vecchia Città venga ridotta ad una larghezza sufficiente ed eguale nel tratto ove il fabbricato detto Fondaco la restringe per la lunghezza di metri … e per la larghezza di metri .. in modo che sia ridotta in quel tratto almeno della larghezza del tratto superiore e inferiore, e possano transitarvi contemporaneamente due veicoli senza incomodo e pericolo delle persone… 

Dato dunque questo stato di cose, parve all’amministrazione doversi accettare la proposta della Casa Carafa e furono iniziate trattative a fine di stabilire il prezzo o corrispettivo che si dovesse corrispondere al Comune per tale cessione di diritto, da gran tempo peraltro abbandonato e mettere in condizioni l’Amministrazione di provvedere all’allargamento della strada Vittorio Emanuele senza aggravio di bilancio. 

Le condizioni di comune accordo stabilite sono:

1°) La Casa Carafa si obbliga di permettere al Comune di Roccella Jonica la demolizione del fabbricato “Fondaco” che trovasi costruito in modo da impedire la continuità della Via Vittorio Emanuele che viene perciò a restringersi al punto di non esservi il passaggio che per un solo veicolo, mentre detta strada è frequentissima perché ha origine sulla Piazza San Vittorio.

2°) Il materiale che si ricaverà andrà tutto a beneficio del Comune.

3°) La Casa Carafa volendo ricostruire detto fabbricato dovrà mettersi in linea retta cogli altri fabbricati già del Capo Squadra Durante a monte, ed a mare con quello di proprietà del Sig. Gentile Nicola.

4°) In corrispettivi di tali obblighi assunti dalla Casa Carafa il Comune dichiara espressamente di non vantare alcun diritto sul pozzo Celano esistente nel fondo Misostraco …

… Ritenuto che il Comune ha sempre studiato il modo di poter liberare la strada Vittorio Emanuele dall’ingombro portato dal fabbricato “Fondaco” e che non poté mai eseguire tale giunta aspirazione per le ristrette condizioni del bilancio.

Ritenuto che nella transazione di che trattasi il Comune non ha da perdere e tutto da guadagnare. Mentre esprime la propria riconoscenza alla Ecc. Casa Carafa per la cessione fatta.

A voti unanimi delibera di accettare la suddetta transazione ed incarica il Sindaco per lo espletamento della pratica nelle forme contrattuali.”

Consultando la Pianta Catastale di Roccella del 1875, si è riusciti finalmente a localizzare con precisione la costruzione del Fondaco riportata col numero 1874, peraltro, confermata da documenti giacenti nell’Archivio di Stato di Reggio Calabria e si è delimitato il perimetro con la disposizione di pietre d’inciampo per non mandare all’oblio questa pagina importante di storia roccellese. 

 

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