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Dal libro Chiese di Roccella Jonica, Gangemi Editore, 2006, pp. 270-271:
“Presso la sponda sinistra (ndr sponda destra del fiume se posti con le spalle alla sorgente) del torrente Zirgone, nascosto e protetto dalla ricca vegetazione mediterranea e dai fianchi massicci della rupe su cui sorge la città antica, si trova il complesso del Santuario cui si accede per mezzo di una scalinata che, nonostante interventi moderni, mantiene tuttora originali caratteri settecenteschi. Il prospetto, coronato da un frontone su cui è posto un fastigio a volute, è articolato in due impalcati di diversa altezza, segnati da una trabeazione, ed è scandito in tre parti da gruppi di quattro lesene che proseguono anche nel timpano. Sopra la cornice del frontone, in prosecuzione delle lesene, si trovano dei tronconi di muratura, forse basi o ammorsature per altre decorazioni non più esistenti o mai realizzate. L’asse centrale del prospetto è definito, a partire dall’alto, da un piccolo oculo tamponato, da un finestrone ottagonale e dal portale lapideo, costituito da una fascia modanata che incornicia l’ingresso, sopra la quale sporge una cornice, probabilmente unico residuo di una trabeazione ora scomparsa, su cui due volute concludono il portale. Sul prospetto laterale destro si possono notare, seppure con difficoltà, le tracce di due finestre tamponate. L’edificio è a navata unica coperta con volta a botte, separata dall’abside semicircolare, denunciata all’esterno, tramite un arco trionfale. Le pareti sono scandite da lesene con capitello composito che inquadrano nicchie poco profonde”.
Secondo la tradizione orale la chiesa fu fondata nel 1545 come ringraziamento per un miracolo avvenuto. Si racconta, infatti, che l’equipaggio di un battello in balia di una tempesta al largo di Roccella invocò l’aiuto della Madonna che intervenne tempestivamente sollevando l’imbarcazione dalle acque e posandola poi sulla riva presso la foce del torrente Zirgone.
In virtù della grazia ricevuta, i fedeli della comunità roccellese amano chiamarla Madonna della Grazia.
L’analisi delle fonti archivistiche e bibliografiche porta però ad affermare che in origine la chiesa era dedicata ai SS. Pietro e Paolo. La prima citazione documentale rinvenuta negli Archivi della Diocesi Locri-Gerace, riporta: Iacobo, als Iacobello Manfrè, clerico Hieracen… qui resignavit in manibus Ordinari ecclesiam S. Petri, prope et extra muros terrae Roccellae… (Reg. Lat. 1823, f. 324-328). A tale originaria intitolazione si deve anche la presenza di due figure in alabastro databili tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo raffiguranti i due Apostoli e poste ai lati dell’ingresso. Nei decenni successivi sono diverse le testimonianze scritte che confermano la seguente denominazione: “Chiesa di S. Pietro e Paolo e Maria Santissima delle Grazie”. Il culto della Madonna delle Grazie era anche presente nella Chiesa Matrice di San Nicola di Bari, accanto al Castello, sin dal 18 dicembre 1650, con l’istituzione di una cappella a Lei dedicata insieme a San Vittorio Martire di jus patronato della famiglia Coluccio sistemata nella parete sinistra, entrando dalla porta principale. La presenza delle due divinità è costante a Roccella, come si può rilevare dal grande quadro di pregevole fattura, esposto nell’abside della Chiesa di S. Nicola ex Aliph, risalente al 1667.Questo per sottolineare la grandissima devozione che i roccellesi da sempre manifestavano verso San Vittorio e la Madonna delle Grazie. Un’altra testimonianza di questa fede, manifestata da tutta la cittadinanza roccellese, la rileviamo nella citazione di Mons. Del Tufo quando nel 1737 benedisse tutte le campane di Roccella. Tale riferimento è riportato in una Platea della chiesa di S. Nicola di Bari del 1740. Si legge la seguente dicitura: “L’una grande (campana), che pesa libbre 1000 circa di metallo, in essa sta scolpita… S. Vittore protettore a cavallo in atto che perseguita i Barbari tra le quali Imprese l’Immagine di Maria Vergine SS.ma delle Grazie, con li Versi S. Maria Ora pro nobis…” Nel 1730 la chiesa è ancora citata sotto il titolo di S. Pietro ma al suo interno era custodita un’immagine della Madonna delle Grazie, qui posta per devozione. Nel verbale della sua visita pastorale Mons. Idelfonso Del Tufo, avvenuta il 18 giugno 1737, rilevato lo stato di precarietà in cui versava la chiesa, ribadisce la necessità del suo restauro.
Fu proprio il forte trasporto nei confronti della Madonna delle Grazie da parte del popolo roccellese, che si giunse alla determinazione di costruire, accanto a quella preesistente dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, una nuova chiesa nelle forme attuali che noi conosciamo.
In questo documento, rinvenuto nell’Archivio storico della Diocesi di Gerace-Locri, si attesta la posa e la benedizione della prima pietra per la costruzione della nuova chiesa, avvenuta il 9 settembre del 1737.
TESTO LATINO
Anno Domini Millesimo Septincentesimo Trigesimo Septimo, Die Decima mensis Septembris …
Ego Joannis Marchesius Prothopapa, Archip. Majoris Matricis Archip. Eccles.
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Nicolai Barensis huius civit.s Roccelle ex facultate mihi communicata sub die septima huius premissi mensis Septembris ab Illustrissimus et Reverendissimus Vescovo Don Idelfonso Del Tufo Monaco Canonis Olivetano S. Benedicti, Dignissimo Hieracen Episcopi commorante in Santuario S. Marie de Populis Asperimontis iuxta Rituale Romito benedixi et imposui primariam lapidem novae Eccle. Sub titulo Sanctae Mariae Gratiarum, et SS. Apostolorum Petri et Pauli extra moenia, pridie figendo Crucem in loco designatis Altaris, et in fidem. Ego Joannes Marchesius Prothopapa Archip. Eccl. Archipresbite Nicolai Barens. manu prop. scripsi et subscripxi.
TRADUZIONE
Nell’Anno del Signore 1737, nel decimo giorno del mese di Settembre io, Giovanni Marchese Protopapa, Arciprete della Chiesa Matrice Arcipretale di S. Nicola di Bari di questa città di Roccella ho facoltà di comunicare che nel settimo giorno di questo mese, preannunziato dall’Illustrissimo e Reverendissimo Vescovo Don Idelfonso Del Tufo, Monaco Olivetano della Regola di S. Benedetto, Degnissimo Vescovo di Gerace, io dimorante nel Santuario di S. Maria di Polsi dell’Aspromonte giusto rituale, ho benedetto e ho collocato la prima pietra della nuova Chiesa sotto il titolo di Santa Maria Delle Grazie, e dei Ss. Apostoli di Pietro e Paolo extra moenia, il giorno prima fissando la Croce nel luogo indicato per l’Altare, e in fede io Giovanni Marchese Protopapa, Arciprete della Chiesa Matrice Arcipretale di S. Nicola di Bari, manu propria scrissi e sottoscrissi.
Il 18 maggio del 1738 iniziano i lavori di costruzione dell’attuale Santuario con grande partecipazione della popolazione roccellese, che contribuì con cospicue elemosine alla spesa della fabbrica: “ex pia et veementi devotione Populi, eiusque elemosinis Ecclesia a fundamenti erigit et fit latior ab Populi concursum; prima lapide reperimus in posito in angulo Veteris Ecclesiae; adest calces et alterius materialis quantitas qua propter quod eseguendi et commendamus pietate fidelium et presentimus curam habentium”.
Rientrò nel progetto anche la decorazione interna con gli stucchi sulle cornici, il baldacchino sopra l’altare maggiore e le statue dei due Apostoli nell’abside, che, secondo gli studiosi e confermati dalle iscrizioni emersi nell’ultima opera di restauro, furono realizzati dello stuccatore palermitano Onofrio Buscemi, un artista famoso in quell’epoca, che realizzò tanti altri lavori in diverse chiese di Calabria. Gli stucchi sembrano ritoccati e ridipinti negli anni, come dimostra anche lo sfondo della statua di S. Paolo, in cui la testa dell’angelo è stata coperta da uno sfondo di nuvole.
Le visite pastorali del vescovo Del Tufo a Roccella si susseguono frequentemente, segno che l’illustre prelato, come tutti i fedeli di questa comunità, aveva a cuore la costruzione della nuova chiesa. Nella sua venuta del 30 maggio 1739, evidenziava che l’edificio sacro era a buon punto e che, per la sua ultimazione, necessitava della porta. Inoltre, l’altare maggiore veniva intitolato a S. Maria delle Grazie, la cui custodia doveva essere affidata ad un Eremitum.
Nella visita successiva del 27 giugno 1742, si attesta che ancora i lavori di ultimazione del sacro edificio non erano a buon punto. Finalmente, come si evince dal verbale del 9 novembre 1743 del vescovo Del Tufo, i lavori erano già praticamente giunti al termine: “reperimus nova ecclesiam erecta usque ad fornicem inclusivi; laudamus Populi de rationem et mandamus fenestrino quae nunc sunt indecentia edificare et duas laterales grandiores efficere quisquam luminosa reddere possint”. E ancora, da quest’altro documento, viene sottolineata la grande manifestazione di fede della popolazione nei confronti della Vergine Maria SS. Delle Grazie e il proposito di migliorare la luminosità della chiesa.
Intanto, il culto per i Santi Apostoli andava scemando sempre di più e, finalmente, conclusi i lavori, si arrivò alla tanto attesa benedizione della chiesa con grande partecipazione dei fedeli e delle autorità civili ed ecclesiastiche.
La cerimonia, svoltasi l’8 settembre (il giorno della Natività della B. Vergine Maria) del 1747, fu officiata dall’Arciprete Don Giovanni Marchese, autorizzato dal Vicario Apostolico Alvarez e coadiuvato dal Reverendo Clero roccellese.
D.O.M.
Ad futuram rei memoriam
Anno Domini Septicentesimo quadragesimo septimo, die octava Mensis Septembris Roccellae
Nos Joannes Marchesius Protopapa archipresbiter Maioris Matrisque Archipresbiter ecclesie S. Nicolai Baren. huius civitatis Roccelle ex facultate Nobis communicata ab Ill.mo Domino Alvarez vicario apostolico U.J.D. et D. Jacobo abbate Guacci, ut ex chirographo sub die vigesima octava mensis maij huius praemissi anni, in fine huius libri colligato, iuxta Apostolicam auctoritatem benediximus novam Ecclesiam sub titulo Sanctissimae Mariae Gratiarum Virginis et Matris ac Sanctorum Apostolorum Petri et Pauli exta moenia aedificatam iuxta parvam veterem, cuius novae ecclesiae Nos ex facultate vero benediximus et imposuimus primam lapidem die decima mensis septembris anni millesimi trigesimi septimi, pridie figendo crucem in loco designati altaris, prout in ritu ipso et missam cantavimus et in fidem Dei gratia
Joannes Marchesius Protopapa archipresbiter.
TRADUZIONE
A Dio Ottimo Massimo
A futura memoria
L’anno del Signore 1747 nel giorno 8 del mese di settembre a Roccella.
Noi Giovanni Marchese protopapa e arciprete della Chiesa Maggiore e arciprete della Chiesa di S. Nicola di Bari di questa città di Roccella in seguito alla facoltà a noi concessa dall’Ill.mo Signor Alvarez vicario Apostolico dottore in “utroque jure” e dall’abbate S. Giacomo Guacci, come da chirografo dato il 28 maggio dello stesso anno e allegato al termine del libro, secondo l’apostolica autorità abbiamo benedetto la nuova chiesa sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie Vergine e Madre e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo edificata fuori la città vicino all’antica vecchia chiesetta, e noi stessi giusta la facoltà ricevuta abbiamo benedetto e posto la prima pietra il giorno 10 settembre 1737, ponendo prima la croce nel loco designato per l’altare, e secondo il rituale cantammo la messa e in testimonianza rendendo grazia a Dio
Giovanni Marchese protopapa e arciprete
Ancora nei decenni successivi la chiesa conserva l’antica denominazione: “sub titulo a Mariae Gratiarum ac Principum Apostolurum…” ma dalla prima metà dell’800 sono diverse le testimonianze scritte che evidenziano questa sola intitolazione: “Chiesa campestre di Maria SS.ma delle Grazie ove questo solo altare che fa il titolo…” (da un verbale redatto dall’Arciprete Bova del 19 maggio 1837).
Intorno il 1840-45, la già menzionata Chiesa era destinata a svolgere anche funzione cimiteriale a supporto del costruendo camposanto nel rione Botta, accanto il torrente Zirgone. I lavori della sua costruzione erano a buon punto quando sopraggiunsero nuove disposizioni che bloccarono il proseguo dei lavori ritenendo il cimitero inadeguato e inadatto in quel sito.
Quasi sicuramente, fu tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, che il sacro edificio da semplice chiesa divenne Santuario, in quanto dedicato esclusivamente alla Madonna delle Grazie. Al suo interno è custodita, protetta da una teca in legno, la statua della B. Vergine, di cui, secondo esperti e testimonianze orali, l’autore è lo scultore Antonio Spina di Mammola.
La festa si svolge la prima domenica di luglio.
In passato, quando ancora non esisteva la strada, il corteo si snodava lungo il letto del torrente Zirgone e la Madonna veniva ospitata nella chiesa di S. Nicola ex Aleph. Oggi, invece, viene accompagnata nella nuova chiesa Matrice. Il numero di fedeli, parecchi dei quali forestieri, diviene più folto la domenica quando la Madonna diventa protagonista di una suggestiva processione in mare, seguita da tantissime barche. Oggi il giro in mare è divenuto più lungo, in quanto il simulacro di Maria Ss.ma delle Grazie viene fatta entrare nel porto a Lei dedicato.
Il culto, l’amore e la devozione dei roccellesi verso di Lei è stato ben espresso da don Simone Molinero in una sua breve pubblicazione del 1968:
“Da allora (da quando c’è stato il miracolo) la devozione alla Madonna delle Grazie, Patrona di Roccella e Patrona degli emigranti, dei marinai e dei pescatori, convalidata da numerose grazie e prodigi, si diffuse ovunque nella Calabria ed altrove. La Festa si celebra ogni anno nella prima domenica di luglio, con un amore, una solennità ed un entusiasmo veramente commovente. È tutta la popolazione di Roccella che si muove per festeggiare la Celeste Patrona, con preghiere e canti. L’onore di portare la statua della Madonna in processione è riservato ai pescatori, e bisogna vederli come sanno fare le cose bene: sono vecchi e giovani marinai, ma attorno alla loro Madonnina sembrano tanti bambini festanti, gelosi ed orgogliosi della loro Mamma Celeste. Ce ne possono essere delle persone a consigliare loro la calma e la prudenza, ma nessuno potrà farli rinunziare al numero più bello e commovente della chiusura della processione. La salita e la lunga gradinata del santuario debbono farla di corsa. Arrivati al principio della salita, si fermano e si preparano con religioso silenzio, sentono e sono orgogliosi di compiere quasi un rito sacro in onore della loro Protettrice. Poi… ad un cenno, quasi con un grido selvaggio, scattano, e, .. via col vento, portando la loro cara Madonna. Le migliaia di fedeli che hanno assistito ai preparativi trattenendo quasi il respiro, ma senza potere trattenere le lacrime e la commozione del cuore, ora fanno eco al grido dei marinai, i quali, giunti al traguardo del piccolo piazzale, sollevano ripetutamente, con gioia, con orgoglio e con amore sulle loro braccia la cara immagine della Madonna, la quale sorride e benedice.
«O Maria, quanto sei bella !
sei la gioia e sei l’amore … ».
È il coro di saluto che esplode da migliaia di cuori, alla Madonna delle Grazie, la quale, dal suo romito santuario rivolge sempre il materno suo sguardo ai marinai, agli emigranti sparsi in tutte le parti del mondo e sopra tutti stende la sua mano protettrice e benedicente”.
Maria SS.ma delle Grazie è sempre nel cuore dei suoi roccellesi, anche di quelli che per motivi di lavoro sono dovuti emigrare in terre lontane, in particolare in Argentina e in Australia: lì organizzano i festeggiamenti in onore della Madonna unitamente all’altro Santo Protettore, San Vittorio Martire e la ricorrenza cade il 25 novembre di ogni anno.