NOTA STAMPA
«Con un ordine esecutivo al suo primo giorno di insediamento, Donald Trump defila gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. Non c’è nessuna sorpresa: era già successo nel 2017, ma questa notizia ci fa capire quanto siano precarie le decisioni prese dalle élite politiche, seppure di fronte al diritto internazionale, e rende ancora più urgente riflettere e agire dal basso sulla cura del pianeta, tutt’uno inscindibile con la cura di noi stessi». Così Federico Scali, del gruppo di Fisica dell’Associazione Scholé, presenta il primo weekend di studi a sfondo fisico dal titolo: Cambiamento climatico nel Mediterraneo: comprendere, per agire.
L’iniziativa vede l’intervento del fisico del clima Davide Faranda e di fatto segna l’inizio delle attività di Scholé nell’anno sociale dedicato alla Cura. Faranda è direttore di ricerca (CNRS) in fisica del clima presso il Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement (LSCE) dell’Università di Parigi-Saclay e l’Institut Pierre Simon Laplace. La sua ricerca si concentra soprattutto attorno alla relazione tra i cambiamenti climatici e gli eventi metereologici estremi, come le ondate di caldo o di freddo, le tempeste e gli uragani, la siccità.
Nel weekend del 21, 22 e 23 febbraio, con inizio venerdì 21 alle ore 17.00 nel Centro Studi “Elisa Scali” di via Umberto I, 106, a Roccella Jonica, Faranda affronterà la fisica del cambiamento climatico, con lo sguardo rivolto alle conseguenze sull’incidenza di eventi estremi ma anche in relazione alle pratiche che è possibile adottare come collettività per mitigarne gli effetti. In questo caso la zona rossa sul planisfero che è oggetto di riflessione ci tocca da vicino: è la fascia Mediterranea, una delle zone più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.
Come al solito, il weekend si svolge su tre giornate. Nella prima l’obiettivo è di capire cosa vuol dire elaborare un modello fisico del clima, di modo da riprodurre “sulla carta” gli effetti che osserviamo quando variano i parametri chiave (temperatura globale, concentrazione di CO2 etc.) e dunque fornire previsioni attendibili sugli scenari futuri. Nella seconda si mettono le mani in pasta con un laboratorio. Utilizzando “Climarisq”, un’app ideata e sviluppata da Faranda in collaborazione con l’Università di Parigi-Saclay, vestiamo i panni della governance di un continente e siamo chiamati a fare scelte politiche, sociali ed economiche in chiave ecologica, prestando tuttavia attenzione alle capacità di spesa e alla base del consenso politico. La giornata conclusiva è dedicata alla riflessione sulle pratiche concrete e collettive in contrasto al cambiamento climatico e sulle strategie di adattamento che le comunità dovranno adottare.
Associazione Culturale Scholé